2 settembre - Winter is coming
Il governo Draghi prepara i razionamenti del gas. Giorgia Meloni presenta il suo programma.
Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e scusate il ritardo!
Ieri si è parlato solo dello sbarco della politica su TikTok. Più o meno come si parla dell’arrivo dei marziani.
Se ci fosse un modo per avere una maglietta con il movimento della testa che fa qui la compreremmo.
Non ci dilungheremo sul tema. Nessun mezzo è trascurabile quando si tratta di far passare un messaggio politico. Ci pare, tuttavia, che l’approssimazione con il quale viene usato fa capire quanto poco la classe politica abbia capito dei giovani di questo Paese.
Ma del resto anche noi siamo tutt’altro che esperti di social (anzi), quindi non ci sentiamo di dare consigli.
Torniamo a forme di comunicazione che ci riescono un po’ meglio.
Iniziamo.
La notizia che, giustamente, domina le prime pagine di oggi è l’avvicinarsi dell’autunno, e con esso gli scenari che l’esecutivo in carica sta preparando in vista di importanti misure di austerità che dovranno essere implementate dal nuovo governo.
Per chi già allora seguisse con un certo interesse i meccanismi dell’informazione, oggi c’è un amarcord. Come nel 2020, tempi probabilmente più duri della pandemia, dove qualsiasi accenno a nuove restrizioni rischiava di portare all’insurrezione popolare, oggi ciò che sappiamo arriva da una bozza. Un documento su cui, come riporta il Corriere, «il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e lo stesso Cingolani, hanno dato la consegna del silenzio ai partecipanti, perché il Piano del governo è in continua evoluzione».
E i cui particolari, tuttavia, condiscono le pagine dei quotidiani.
Happy days are here again.
Gli scenari immaginati e riportati oggi sul Corriere partono da due presupposti: il flusso di gas dalla Russia sarà azzerato o ridotto del 90% entro l’autunno. Moltissimo dipende dall’attivazione immediata dei rigassificatori di Ravenna e di Piombino, ma per quest’ultimo le difficoltà persistono.
In ogni caso, si è già pronti al razionamento: quest’inverno nelle regioni più calde del Centro-Sud si potrà arrivare anche a due ore di riscaldamento chiuso e a due gradi in meno imposti sui termostati. Il decreto per stanziare nuovi aiuti, intanto, si dovrebbe aggirare ai dieci miliardi di euro, senza scostamenti di bilancio.
La Stampa riporta un deciso rifiuto della Commissione europea al tetto sul prezzo del gas, che invece ragiona di tetto sul prezzo dell’elettricità, e Repubblica sottolinea come il cancelliere tedesco Olaf Scholz non abbia alcuna intenzione a rinunciare del tutto al gas russo.
Ok che il partito è lo stesso, ma qualcuno dica a Scholz che la situazione è un pelino cambiata.
Le “annunciate” vittorie di Draghi riportate dai giornali qualche giorno fa, insomma, ancora devono attendere.
Ma tutto questo non sembra interessare la campagna elettorale. Dopo le richieste di armistizio e proposte di scostamento di bilancio, la delega al governo è totale. Intanto, i leader sono in viaggio: Letta e Salvini a Milano (uno alla festa dell’Unità, l’altro alla Statale di Milano di ritorno da Lampedusa), Conte nel foggiano, Luigi De Magistris a Roma (davanti alla sede dell’ENI), il tandem Bonelli-Fratoianni on the road.
Meme già pronti.
Ovviamente, tra i leader in viaggio ce n’è una (mercoledì era a Pescara, ieri a Perugia e oggi a Cagliari) che guarda con interesse a quel che fa Draghi.
Secondo un retroscena della Stampa i rapporti tra i due sarebbero ottimi, e si sarebbero intensificati dall’inizio della guerra in Ucraina, unico campo in cui Meloni ha dato piena fiducia al governo. In effetti, quando Draghi ha dichiarato a Rimini che «il prossimo governo riuscirà a superare le difficoltà qualsiasi sia il suo colore politico» l’allusione era pesante.
Come vi avevamo già accennato tempo fa, il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani potrebbe persino rimanere nel suo ufficio a via Cristoforo Colombo. E proprio in virtù di questo interesse per un ministero così cruciale in questi giorni, secondo il retroscena, «le telefonate si intensificano».
Giorgia Meloni non ha bisogno di esporsi più di tanto. È saldamente primo partito e, salvo sorprese, premier in pectore. Anche per questo ha presentato così tardi, rispetto a tutti gli altri, il suo programma.
Qualche giorno fa ci interrogavamo, parlando tra di noi, sul perché Fratelli d’Italia non avesse pubblicato un suo programma oltre all’accordo quadro di centrodestra, a differenza degli altri partiti della coalizione.
La Lega ad esempio, per smentire lo stereotipo per cui a destra si legge poco, ha deciso di pubblicare un testo di 202 pagine. Lodevole, ma anche la sintesi è un dono.
Poche ore dopo, neanche a dirlo, il partito di Giorgia Meloni ha pubblicato online il proprio programma elettorale.
Si tratta di un documento di 40 pagine che si articola in 25 punti. Alcuni più concreti (“Fermare l'immigrazione illegale e restituire sicurezza ai cittadini”), altri molto più vaghi, forse troppo: come "Made in Italy e orgoglio italiano”, o "A difesa della libertà e della dignità di ognuno".
Questo è l’incipit del programma. Stiamo urlando dall’emozione.
Va da sé che gran parte dei punti siano aderenti al patto di coalizione, di cui abbiamo abbondantemente parlato qui. Varrà la pena quindi soffermarsi sui punti in cui le proposte di Fratelli d’Italia divergono maggiormente da quelle dell’accordo di centrodestra.
Sulla flat tax, ad esempio, nella parte dedicata al fisco ci si limita a proporne l’estensione sulle partite Iva fino a 100mila euro di fatturato e l’introduzione di una tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, in maniera meno ambiziosa rispetto alle proposte degli alleati. Anche sull’immigrazione si menziona la “creazione di hotspot nei paesi extra-europei, gestiti dall’UE (c.d. blocco navale)”, ignorando la proposta della Lega di reintrodurre i decreti sicurezza.
Infine, dopo la proposta sul presidenzialismo, un lungo giro di parole introduce i temi del federalismo fiscale e delle autonomie, per poi tornare alla necessità di “assicurare coesione e unità nazionale”.
“Chi abbiamo alla seconda ora?” “Lezione di evasione fiscale.”
Altri punti rilevanti:
- Nella parte sul sostegno alla natalità e alla famiglia, primo punto del programma, c’è la proposta di un “quoziente familiare” che parametri le tasse al numero dei componenti del nucleo familiare;
- Non si parla di riscrivere il PNRR, ma di ricalibrarlo “alla luce dei nuovi scenari geopolitici”;
- C’è l’abolizione del Reddito di cittadinanza, sostituito da “un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili”. Cioè il Reddito di cittadinanza…?
- Sulla pandemia si sottolinea di non voler imporre “nessun obbligo di vaccinazione” e “nessuna reintroduzione del green pass”;
- L’ambiente è così una priorità da essere solo il 16° punto del programma; per di più separato rispetto al punto sull’energia che vede prima di tutto l’investimento nella “ricerca sul nucleare di ultima generazione” e solo poi la menzione alle energie rinnovabili;
“Per questo o ci occuperemo dell’ambiente o tutto il resto non conterà”: a quanto pare hanno scelto la seconda.
- Non c’è, nella sezione sulla giustizia, la proposta di Carlo Nordio di reintrodurre l’immunità parlamentare.
Chiusura sulla politica estera: sì al raggiungimento del 2% del PIL in spesa militare, come richiesto dalla NATO, ma anche promozione di “politiche di difesa comune UE”; la revisione del Patto di stabilità, senza però fornire ulteriori elementi di valutazione; e infine una “formula Mattei per l’Africa” che lascia in bocca un retrogusto di Ventennio.
L
La pacata reazione di Pietro quando sente nominare Enrico Mattei.
Per oggi è abbastanza, e non è che ci sia moltissimo altro degno di nota. Anche se effettivamente non controlliamo TikTok da qualche ora.
Scusate ancora per il formidabile ritardo!
A domani!
Vale la pena aspettarvi🤗