22 settembre - La rincorsa
La Russia "sconvolge" ancora la politica. Il Sud potrebbe cambiare le cose.
Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e se speravate che questa combinazione di nuova fase dell’invasione dell’Ucraina e ombre del fascismo fosse un brutto sogno… abbiamo pessime notizie per voi.
Romano La Russia non esiste, non può farti del male.
Insomma, quest’ultima settimana di campagna elettorale non sta volgendo al termine non nel più sereno dei modi.
Iniziamo.
Ieri Vladimir Putin ha annunciato ufficialmente l’avvio di una nuova fase dell’invasione, facendo come sempre riferimento alla volontà della NATO e dell’Occidente di annientare Mosca. Il processo di “denazificazione” non è andato per nulla bene per Putin sinora: le aree al momento “liberate” dalla Federazione Russa in Ucraina non vanno molto oltre ciò che di fatto era già controllato indirettamente da prima del 24 febbraio nelle regioni del Donbass. Qui, e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, Putin ha intenzione di lanciare referendum à la Crimea. L’annuncio di ieri di una “mobilitazione parziale” e di voler portare al fronte 300.000 riservisti, ovvero maggiorenni che hanno già fatto servizio di leva ed ex militari professionisti, torna ad agitare gli animi.
In Italia le reazioni sono le solite. Enrico Letta ha attaccato le “ambiguità” della destra sui rapporti con la Russia e con filo-putiniani vari, e ha invitato gli italiani a non votare “gli amici di Putin”. Come sempre, nel commentare la vicenda Giorgia Meloni ha trovato rifugio nelle “ambiguità” dello schieramento opposto: «Tutte le volte che si è parlato di crisi in Ucraina il centrodestra ha votato come si doveva votare: da alleanza atlantica. Chi non ha votato come il resto dell’Italia è stata la sinistra». Riferimento abbastanza esplicito, già fatto peraltro durante il dibattito sul Corriere di qualche tempo fa, ai voti a riguardo di Sinistra Italiana e al programma dell’Alleanza Verdi-Sinistra, che propone lo stop dell’invio di armi.
Matteo Salvini, da parte sua, ha trovato finalmente la sua linea di difesa: «Oggi non lo incontrerei [Putin], chi scatena la guerra ha sempre torto. Ma prima dell’invasione dell’Ucraina, tutti avevano rapporti con la Russia».
Trent’anni e il “così fan tutti” non è mai passato di moda.
Chi continua a ballare tra posizioni nettamente filo-atlantiste e antibellicismo è il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio ha rilanciato una posizione critica nei confronti del contrasto bellico a Putin e, di fatto, ha scaricato le responsabilità che fino a una decina di giorni fa rivendicava. «È la strategia di Washington a cui hanno aderito convintamente Meloni e Letta con l’elmetto in testa, che rischia di portarci a una escalation». E ha scaricato anche le responsabilità future: «Ora devono dirci come uscirne».
Uomini politici di una certa esperienza sapranno cosa vuol dire responsabilità.
E in effetti, intervistato sulla Stampa da Andrea Malaguti, Conte insiste molto sulla via diplomatica ma non elabora granché. Interrogato sugli inviti alla de-escalation da parte del leader cinese Xi Jinping di fatto ignorati da Putin, Conte risponde semplicemente: «I canali per costruire la pace si trovano sempre».
Non c’entra con Conte né con la campagna elettorale, ma visto che parliamo della Stampa e del rapporto Cina-Russia sarebbe un crimine non consigliarvi l’articolo di Lorenzo Lamperti sul quotidiano torinese.
Intanto, Il Fatto Quotidiano di oggi dedica deliberatamente poco spazio in prima pagina all’escalation russa, ma nelle quattro pagine successive parla esclusivamente di quello. Una di esse è dedicata, com’è consueto sul Fatto, a Matteo Renzi: secondo il giornale diretto da Marco Travaglio il leader di Italia Viva avrebbe ricevuto un’indennità da circa 40.000 euro lordi dalla società di car sharing russa, dal cui CDA si era dimesso il 24 febbraio, per i sette mesi di servizio. Dare la colpa a Renzi per un “coinvolgimento” tutto sommato innocuo: fatto. Scusate il gioco di parole.
Un particolare: il Fatto è l’unico giornale oggi a dedicare ampio spazio alla crisi del gas. Forse è ancora presto per dirlo, ma secondo Lion Hirth, professore alla Hertie di Berlino ed esperto di mercato dell’energia, un buon motivo per cui oggi ancora non si parla di ulteriori danni per l’Europa su questo fronte sarebbe che Putin non può farci più male di quanto non ce ne abbia già inflitto. Almeno sul lato energetico.
Poi vabbè, c’è sempre quello scherzetto dell’escalation nucleare.
Mancano tre giorni alle elezioni e nelle prossime ore si chiuderanno tutte le campagne dei partiti. Chi sta seguendo i leader, per forza di cose, oggi parla del Mezzogiorno, ovvero quello che sembra il teatro principale di questi ultimi fuochi di agone elettorale, anche se i “tour” si chiuderanno a Roma.
Ieri a Napoli c’erano sia Giuseppe Conte che il dream team di Azione/Italia Viva: Carlo Calenda, Matteo Renzi e la ministra per il Sud e per la coesione territoriale, Mara Carfagna. Inaspettatamente gli esponenti del terzo polo hanno evitato di citare direttamente l’abolizione del reddito di cittadinanza (pur girandoci intorno parecchio), e allo stesso tempo Conte ha chiesto di “non essere schiacciato” sulla misura targata 5 Stelle.
Il motivo per cui si parla tanto di meridione è uno solo: in questi giorni è diventato chiaro che la partita al Sud è ampiamente aperta. Almeno, lo è secondo partiti e giornali, teoricamente obbligati a rispettare il divieto di divulgazione dei sondaggi ma che hanno il diritto di visionarli e commentarli. E di lamentarsi perché non possono citare numeri.
Sì, il Corriere ha davvero parlato di “segreto di Pulcinella” in un articolo su Napoli.
Insomma, secondo questi sondaggi che tutti citano sarebbe evidente una grande prestazione del Movimento 5 Stelle al Sud, il che riaprirebbe la partita anche negli “inespugnabili” collegi uninominali. A farne le spese sarebbe soprattutto la destra, ma anche la coalizione guidata dal PD davanti a certe proiezioni non dorme sogni tranquilli.
Ultime notizie prima di salutarci.
Sulla Stampa un’inchiesta racconta che nel carcere di Ivrea sono state indagate 25 persone tra agenti, medici e dirigenti per i trattamenti disumani riservati ai detenuti. Il carcere continua a essere un buco nero: nel solo 2022 nei penitenziari italiani si sono tolte la vita 59 persone, 16 nel solo mese di agosto. L’ennesima amnesia di questa campagna elettorale.
Matteo Salvini ha proposto un referendum contro la direttiva europea sulle auto, che vieterà la vendita di veicoli a benzina o diesel. Secondo Salvini, lasciare il mercato alle sole auto elettriche significherebbe «licenziare Torino e far lavorare Pechino». Evidentemente dieci anni bastano per dimenticarsi che, per rimanere nella metafora, Torino si è già licenziata da sola.
Oggi su Rai1, ospiti di Bruno Vespa da Porta a Porta, ci saranno tutti i leader dei principali partiti, sorteggiati in quest’ordine: Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Giuseppe conte, Carlo Calenda, Matteo Salvini, Enrico Letta.
Domani mattina in tutta Italia c’è il primo climate strike autunnale e l’ultimo prima delle elezioni di domenica. Anche per questo abbiamo aspettato a inviarvi l’approfondimento tematico che aspettate da domenica. Arriva stasera.
Chiudiamo davvero annunciando in pompa magna quanto anticipato ieri:
la Maratona Buone Intenzioni è realtà.
Magari ci fermiamo un secondo prima dell’approvazione della nuova Costituzione, ma il concetto è quello.
Ci vedremo a Roma, al Rework di Spin Time Labs, per assistere in diretta agli exit poll, allo spoglio, alle proiezioni e (speriamo) a risultati da poter chiamare “quasi definitivi”. Noi commenteremo il tutto in maniera decisamente meno puntuale di quanto tentiamo di fare in questa newsletter. Ma possiamo dirvi che speriamo di non essere da soli.
Ci scuseranno coloro che non sono a Roma, ma col cuore in mano vi comunichiamo che dubitiamo di riuscire a organizzare una diretta degna di questo nome. Anche perché non vorremmo essere ripresi nell’atto di espatriare.
Per chi invece è a Roma e ha intenzione di assistere in compagnia a questo spettacolo, vi preghiamo di farcelo sapere via mail a buoneintenzioninewsletter@gmail.com o ai nostri profili instagram @pietroforti.docx e @simonemartuscelli: lo spazio offerto da Spin Time è capiente ma non enorme, e anche se non ci aspettiamo una folla incontenibile avere una vaga idea di quante e quanti saremo è utile.
A domani!
Mi sono proprio divertita😬 Grazie e Buon lavoro ✊