17 settembre - Vi siete tutte montate la testa
Richetti accusato di molestie. Nelle Marche si contano ancora i morti. Draghi ne ha per tutti.
Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e chi l’avrebbe mai detto che Carlo Calenda, davanti ad accuse di molestie per il presidente del suo partito, avrebbe avuto la stessa reazione che ebbe Beppe Grillo alle accuse di stupro rivolte al figlio.
Questo video ormai è preistoria, ma comunque siamo grati che Calenda ci abbia risparmiato il video urlante. Anche se forse è ancora presto.
Antefatto: Fanpage ha pubblicato un’inchiesta in cui Ambra (nome di fantasia) racconta la sua esperienza di abusi sessuali, fisici e non, da parte di un “noto senatore” di un “importante partito” con cui stava iniziando un rapporto di lavoro. La documentazione è piuttosto ampia, contiene messaggi e audio, e davvero non sapremmo da dove iniziare per descrivere i comportamenti della persona coinvolta.
Questi due li inseriamo nella newsletter solo per notificarvi il senso di onnipotenza che prova il senatore. Tra gli screenshot pubblicati da Fanpage c’è di peggio.
Fanpage documenta anche quel che è seguito agli abusi: dopo molte voci che si erano susseguite sul coinvolgimento di questo senatore varie testate giornalistiche avevano cercato Ambra, che però non aveva mai denunciato per paura di ritorsioni. Che sarebbero arrivate anche senza denuncia: il senatore denuncia per stalking Ambra, la cui casa viene messa sottosopra dalle forze dell’ordine. Durante e dopo la perquisizione tanto un agente quanto il suo ufficiale la molestano con commenti inappropriati.
Come avrete capito dal tweet di Calenda, il senatore in questione è Matteo Richetti, presidente di Azione. L’unico particolare divertente in tutta questa vicenda è che a fare per primo il nome di Richetti è stato proprio Calenda in un comunicato stampa. La tesi del partito e di Richetti è che sia in atto una congiura volta a rovinare la reputazione e la carriera del senatore.
Ah, ovviamente Calenda ha paragonato la situazione e il trattamento riservato al suo partito da parte della stampa a un’altra dittatura a caso.
Ci sarebbero moltissimi commenti da fare su questa vicenda, sulla reazione del partito al centro della vicenda e soprattutto sugli abusi subiti ripetutamente da una persona che aveva semplicemente manifestato interesse per la politica, e che voleva mettere a disposizione di un partito le proprie conoscenze e le proprie abilità.
Per un partito che fa della “competenza” la propria bandiera dal giorno in cui è nato queste accuse non sono gravi solo perché arrivano a una settimana dal voto, ma perché mettono in dubbio l’anima stessa del partito. L’idea di società che traspare oggi, non solo dai comportamenti di cui Richetti è accusato ma dalla risposta del partito e in particolare di Calenda, sembra poggiare piuttosto saldamente su una protezione a tutti i costi di un uomo di partito, più che sulle “competenze”.
Domenica scorsa accennavamo, con un pizzico di ironia, al proverbiale “soffitto di cristallo”. È evidente che un soffitto, per quanto difficile da sfondare, non ti opprime quanto un senatore della Repubblica.
Visto che nella Romania di Ceaușescu non si votava ma nell’Italia del 2022 sì, e visto che siamo a otto giorni dal voto, e visto che questa è una newsletter sulla campagna elettorale, passiamo alle altre notizie del giorno.
Iniziamo.
Al di là dello scandalo che coinvolge Richetti, oggi la politica è quasi del tutto assente dalle cronache. I giornali, giustamente, si concentrano molto sulla disastrosa alluvione che ha colpito le Marche nella notte tra giovedì e venerdì. Non si fermano le ricerche dei dispersi.
Al momento il PD ha sospeso la campagna elettorale nella regione, e Fratelli d’Italia ha dato piena disponibilità per “dare una mano” al presidente marchigiano, Francesco Acquaroli, che è un esponente del partito.
Le pagine dei quotidiani sono riempite dalle storie delle vittime, delle famiglie e delle imprese colpite in maniera fatale da questa alluvione, ma ci sono vari interventi interessanti.
Sul Corriere, Rinaldo Frignani e Massimo Sideri raccontano rispettivamente gli errori della Regione nel proclamare solo “allerta gialla” e la mancata segnalazione dei rischi da parte dell’algoritmo che monitora le condizioni metereologiche, che non avrebbe preso in considerazione l’effetto detto “autorigenerante” e che avrebbe reso l’evento particolarmente estremo nei suoi effetti.
Su Repubblica Lorenzo De Cicco analizza la presenza (anzi, assenza) della crisi climatica dai programmi dei partiti. E sottolinea anche gustose dichiarazioni, come quella del senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan, che poco felicemente si rivolgeva ai “gretini” a proposito della siccità.
I social, se non altro, servono a rendere giustizia di ogni scemenza mai twittata.
L’ultimo pezzo che consigliamo è un editoriale di Mario Tozzi, geologo e divulgatore di una certa fama in Italia, che descrive l’impatto di parte delle attività dei “sapiens” (come Tozzi è solito chiamare gli esseri umani) su eventi meteorologici estremi. Nel pezzo il geologo si concentra molto sulla cementificazione: «Il territorio italiano è stato devastato da decenni di costruzioni che hanno sparso asfalto e cemento al ritmo di uno o due metri quadrati al secondo: nessun paese d'Europa ha subito uno scempio simile. Questo significa che i sapiens italici hanno invaso ogni chilometro di questo sciagurato Paese, attestandosi di preferenza nei pressi di corsi d’acqua, ignorando che il letto del fiume non è solo quello dove scorre, ma tutto quello di pertinenza, molto più ampio. Nelle immagini dall’alto dell’alluvione marchigiana si vede che questa tendenza è stata rispettata e amplificata anche lì, fatti salvi i centri storici antichi di secoli, forse non a caso, l’acqua è passata e non si è fermata».
Sostituire a Chicco Testa un qualsiasi imprenditore edilizio che minaccia Tozzi di spaccargli la faccia.
L’altro grande evento oggi commentato su tutti i giornali è l’ultima conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Draghi prima del voto. Come al solito, i giornali descrivono uno show, in cui le stoccate sono un po’ per tutti gli schieramenti. Ovviamente, senza fare nomi.
Ora immaginate Carlo Calenda che difende Matteo Salvini da Draghi perché è stato attaccato senza che se ne facesse il nome.
Il più importante degli attacchi “velati” è senz’altro quello a Giorgia Meloni e alle sue posizioni in materia di politica europea. Draghi invita chi ha difeso Viktor Orbàn nel voto al Parlamento europeo dell’altro ieri a riconsiderare le proprie posizioni. Soprattutto perché i riferimenti di Giorgia Meloni di qualche giorno fa erano piuttosto chiari, mentre sosteneva che “la pacchia è finita”. «Noi abbiamo una diversa idea di Europa, difendiamo lo Stato di diritto», ha detto Draghi. «I nostri alleati sono la Germania e la Francia che difendono lo Stato di diritto. C’è da domandarsi come uno si sceglie i partner? Certamente sulla base di una comunanza ideologica, ma anche sulla base degli interessi degli italiani».
Come detto, Draghi ha attaccato più o meno tutti. Alla domanda diretta sulla possibilità di considerare un secondo mandato, il premier ha semplicemente risposto: «No». Il terzo polo, che ha dichiarato in lungo e in largo che col 10% avrebbero riportato Draghi a Palazzo Chigi, non dev’essere granché contento.
Ieri sulla Stampa, intervista a Matteo Renzi detto L’Oracolo.
Questa versione di Draghi mattatore non poteva risparmiare neanche Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Sul primo ha fatto riferimento a «pupazzi prezzolati» attraverso cui la Russia «ha effettuato un’opera sistematica di corruzione in tanti settori, dalla politica alla stampa», aggiungendo che «lo sappiamo, c’è quello che ama i russi alla follia, vuole togliere le sanzioni e parla tutti i giorni di nascosto con loro»; sul secondo ha dichiarato che «non si può votare l’invio delle armi all’Ucraina e poi dire ‘non sono d’accordo’».
Assolutamente non Enrico Letta che festeggia l’unica vittoria della campagna elettorale, ovvero non essere stato attaccato da Draghi in conferenza stampa. Per la base meme: non c’è di che.
Ultime notizie prima di salutarvi.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il terzo Decreto Aiuti, stanziando altri 14 miliardi, senza lo scostamento di 30 miliardi richiesto a gran voce dalla Lega di Salvini nei giorni scorsi. Nella norma è contenuto anche un bonus da 150 euro che spetterà a 22 milioni di persone sotto i 20mila euro di reddito.
Ieri a Noventa di Piave, non lontano da Portogruaro (provincia di Venezia), il 18enne Giuliano de Seta è morto in un incidente sul lavoro, ucciso da una lastra di metallo che lo aveva colpito alle gambe.
È la terza morte di un ragazzo avvenuta durante uno stage non pagato in orario scolastico nel solo 2022, dopo quelle di Lorenzo Parelli e di Giuseppe Leonci.
Tecnica della Scuola fornisce un buon riepilogo delle posizioni dei partiti su alternanza scuola-lavoro, PCTO e formazione professionale a scuola.
Il risultato non vi sorprenderà.
A domani!
Forza😬