Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e per la prima volta inviamo questa newsletter a (più di) mille persone. Vi vorremmo abbracciare di persona e ringraziare per nome tutti; ma questa newsletter ha già problemi di lunghezza intrinsechi, quindi evitiamo.
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Dopo i dovuti convenevoli, iniziamo.
Oggi partiamo con una considerazione che più che con la politica ha a che vedere con la copertura mediatica di questa campagna elettorale.
Quando si leggono i giornali succede, ogni tanto, che un evento collegato a un certo tema prenda il sopravvento rispetto al tema stesso.
Esempio pratico: ieri il segretario della Lega Matteo Salvini è stato a Lampedusa, visita inaspettata. Non era la prima volta che ci andava ad agosto, e ci riesce difficile immaginare che possa essere l’ultima nella campagna elettorale.
Cosa si mette in evidenza di questo evento puramente elettorale? La diretta Facebook di Salvini, le frasi di Salvini, l’idea di un Salvini trottola che gira l’Italia senza sosta.
Immagine di repertorio delle trottole Salvini e Conte che si scontrano in corrispondenza di Lamezia Terme.
La visita a Lampedusa, ovviamente, aveva come obiettivo l’hotspot. Quella struttura di “accoglienza” che sarebbe disegnata per contenere 360 persone e che puntualmente ogni estate si ritrova a contenerne due, tre, quattro, cinque volte tante. Era successo persino durante la prima estate della pandemia, e allora l’hotspot poteva contenerne 95, di persone.
Ora, non vogliamo dedicare più spazio alle politiche in materia proposte dalla destra più di quanto non abbiamo già fatto. Ma il fatto che di una “crisi” che si ripropone ogni estate in maniera sempre più grave nell’hotspot di Lampedusa si riesca a parlare esclusivamente grazie alla comparsata di un leader politico è piuttosto preoccupante.
Salvini, a sinistra, e a destra Gianlorenzo Marinese, che gestisce l’hotspot di Lampedusa, e che due anni fa proponeva di riproporre a Lampedusa il modello che la sua impresa, Nova Facility, aveva sperimentato a Treviso, dove gestiva il CAS più grande d’Italia. Risultati, come s’è visto, brillanti.
Ma Salvini non è l’unica storia di questa prima giornata settembrina di campagna elettorale.
Iniziamo.
Ieri ha fatto il suo ingresso in questa campagna elettorale anche il tema del futuro della compagnia aerea italiana di bandiera, ITA Airways.
Una compagnia incredibilmente italiana.
ITA è l’azienda nata quasi due anni fa dalle ceneri di Alitalia, dalle dimensioni di gran lunga inferiori rispetto al predecessore e con l’obiettivo dichiarato di essere ceduta ad un gruppo più grande e quindi privatizzata. Entro la fine di agosto, il governo italiano doveva scegliere quale delle due offerte sul tavolo accettare per proseguire un negoziato in esclusiva; e infatti ieri, l’ultimo giorno del mese, è arrivata la scelta.
Le opzioni erano due: la cordata formata da MSC, importante azienda nel trasporto marittimo, e la compagnia aerea tedesca Lufthansa; e il fondo americano Certares, in partnership con i francesi di Air France-KLM e gli americani di Delta Air Lines. Le offerte erano molto diverse tra loro: la prima prevedeva di incorporare ITA in un grande gruppo aereo già esistente, lasciando solo un 20% e poca capacità decisionale allo Stato italiano. La seconda, invece, avrebbe lasciato una quota maggiore in mano pubblica (poco sotto il 50%) conservando inoltre l’autonomia dell’azienda italiana, raggiunta solo in un secondo momento dalle partnership con le altre compagnie aeree della cordata.
Ad ottenere il parere positivo del governo, tra la sorpresa di molti analisti, è stata la seconda offerta. La compagnia di bandiera italiana, quindi, sembra di nuovo ad un passo dal finire in mano ai francesi: nel 2008, come ricorda in prima pagina Domani, un’operazione simile fu bloccata dal governo Berlusconi, che preferì consegnare l’allora Alitalia nelle mani di un gruppo di imprenditori italiani, poi ribattezzati “capitani coraggiosi”.
Furbi contrabbandieri macedoni.
Cosa c’entra la campagna elettorale?
Nei giorni scorsi Giorgia Meloni si era espressa contro la cessione di ITA, a maggior ragione in favore di un gruppo straniero. Ma soprattutto, Meloni ha puntato il dito contro una questione di metodo: secondo la leader di Fratelli d’Italia il governo attuale, “che dovrebbe fare le cose minime, non avrebbe dovuto andare avanti su una questione così strategica”. In vista di un possibile governo guidato da lei, Meloni vuole in sostanza conservarsi dello spazio di manovra.
Secondo Luciano Capone sul Foglio di oggi, la scelta del governo di favorire l’offerta di Certares-Air France andrebbe proprio nella direzione di fornire al prossimo governo una soluzione più gradita, “che accontenta Bruxelles sulla privatizzazione e consente allo Stato di restare con almeno un piede nell’ex Alitalia”.
Ma anche sul futuro di ITA Meloni si troverebbe a dover fare i conti con pareri diversi all’interno della coalizione: il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti ha commentato la scelta del governo affermando che “con questa ipotesi manca un futuro per la compagnia e i suoi lavoratori”.
Stavolta, insomma, il capitano coraggioso ad opporsi potrebbe essere uno solo.
Ultime notizie prima di salutarci.
Ieri l’inflazione in Italia sul mese di agosto ha raggiunto l’8,4%, il valore più alto dal 1985. Da record anche il valore europeo, al 9,1%.
Ma tranquilli, abbiamo pronte le soluzioni.
Il sondaggio di Euromedia Research di Alessandra Ghisleri dà notizie preoccupanti per Forza Italia: secondo il modello della sondaggista, peraltro da sempre legata a Silvio Berlusconi, il partito rischia di essere superato da Calenda. Non solo: Fratelli d’Italia e Lega avrebbero addirittura i numeri per raggiungere la maggioranza assoluta da soli, il che diminuirebbe di parecchio il potere contrattuale di Forza Italia.
Infine, sapete già qual è il tema del prossimo approfondimento: il lavoro.
Intorno alle 17:30 di ieri un’esplosione nella sala macchine di una nave ha ucciso tre lavoratori e ne ha ferito gravemente un quarto. Con l’eccezione di Giuseppe Conte, che ha citato la necessità di costituire una «procura nazionale per il lavoro», nessun leader politico ha fatto riferimento alla vicenda. Secondo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre i morti sul lavoro nei primi sette mesi del 2022 sarebbero 569, molto oltre i due al giorno, e le denunce di infortunio sul lavoro sarebbero salite circa del 41%.
Domenica cercheremo di capire come il lavoro (non) sta entrando in questa campagna elettorale.
Per ora, a domani!