Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e visto che non ci siamo sentiti per il 25 dicembre, vi auguriamo buon Natale in ritardo. O buone fatte feste, come si direbbe dalle parti di Simone.
Però almeno sappiamo come fare gli auguri.
In vista di quest’ultima puntata dell’anno, vi lasciamo con non uno, non due, ma ben tre episodi del podcast pubblicati nell’ultima settimana. Il cui fil rouge è proprio l’attenzione a temi che saranno al centro del dibattito politico nel 2024 che sta per arrivare.
Infine, abbiamo qualche comunicazione di servizio sui prossimi sviluppi di questo progetto, che vogliamo raccontare a voi che ci seguite, nel migliore dei casi, da ormai un anno e mezzo - dimostrando una pazienza e un masochismo quasi ammirevoli.
Quindi, iniziamo.
Venerdì scorso abbiamo pubblicato una puntata che, in corso di registrazione, è diventata un piccolo speciale sull’Europa. Niente ospiti, solo nostri lunghi rant con qualche battuta sarcastica e amara per spezzare: il meglio che sappiamo offrire.
Ne abbiamo parlato perché, nel giro di due giorni, sono accadute due cose importanti: l’accordo sulla riforma del Patto di stabilità (per cui rimandiamo a questo pezzo del Post) e, il giorno dopo, il no del Parlamento italiano alla ratifica della riforma del MES. Due fatti che segnalano un comune approccio alle questioni europee: l’incapacità di stare dentro i negoziati in maniera affidabile che diventa ripiego sovranista su questioni assolutamente trascurabili, vendute come “l’Italia che rialza la testa”.
All’incirca.
In vista delle elezioni europee di giugno 2024, sarà interessante capire come si evolverà il tono dello scontro verso l’Europa, e soprattutto se sarà uniforme all’interno dei partiti di maggioranza. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno tre concezioni molto differenti della propria postura nei confronti dei temi comunitari, che potrebbero rappresentare un possibile terreno scivoloso per una coalizione che per ora non mostra particolari segni di cedimento.
E a proposito di motivi di scontro: un altro grande tema su cui i rapporti nel governo potrebbero incrinarsi è quello delle riforme costituzionali. Anche di questo aspetto abbiamo discusso, ieri, con Giulia Merlo, giornalista di Domani ed esperta di politica italiana e giustizia.
Meloni ha presentato a novembre la sua proposta per istituire il “premierato”: una nuova struttura istituzionale che accentra molti poteri nella figura del primo ministro, per cui viene introdotta l’elezione diretta. Ma la proposta attuale ha molti limiti, alcune storture piuttosto evidenti (come il ridimensionamento del ruolo del Presidente della Repubblica), e soprattutto dovrà verosimilmente passare da un referendum prima di essere approvata: lo scoglio che ha fermato fior fior di riforme della Costituzione finora.
Se ogni 4 dicembre non pensate a questo avvenimento non siamo sicuri di voler essere vostri amici.
L’impostazione centralizzante, però, cozza soprattutto con i progetti di autonomia differenziata cari alla Lega, che spinge infatti per realizzarli prima di una riforma più complessa come quella sul premierato. Anche su questo fronte, il 2024 sarà un anno decisivo per capire quale idea di Paese verrà fuori da un governo che su questo versante non sembra avere le idee chiarissime.
Infine, nella puntata di oggi parliamo soprattutto della Legge di bilancio, approvata dal Parlamento in extremis come è ormai consuetudine per governi di qualsiasi colore politico.
Uno dei principali oggetti del contendere in questa manovra è stata la sorte del “Superbonus 110%”, l’agevolazione edilizia voluta dal Movimento 5 Stelle che il centrodestra cercava di abolire senza però far crollare l’economia del settore.
Per l’anno nuovo forse anche le opposizioni dovrebbero imparare a restare un po’ con i piedi per terra.
Alla fine, l’accordo è stato trovato sulla base di una miniproroga al 70% per chi non ha ancora completato i lavori, con alcune clausole che ad esempio introducono una distinzione basata sui redditi di chi accede al credito. Ma non si è parlato solo di superbonus: molto discussa è stata anche l’abolizione del Decreto crescita, un’agevolazione per gli sportivi provenienti dall’estero che andrà a penalizzare diverse società calcistiche. Una decisione contestata soprattutto da un uomo.
Maestoso.
Per tutti gli approfondimenti e i temi che non siamo riusciti a toccare in newsletter, vi rimandiamo ovviamente alle puntate del podcast. Che, almeno per un po’, saranno le ultime.
Il contest organizzato dall’Espresso che ci ha permesso di produrre queste trenta puntate volge al termine, e in più anche noi sentiamo il bisogno di staccare un po’ per recuperare le energie. Realizzare una puntata a settimana (e spesso di più), con tutto il lavoro di programmazione e preparazione dei contenuti alle spalle e in aggiunta a tutti gli impegni che in un anno e mezzo sono subentrati nelle nostre quotidianità, non è stato semplice. Per essere gentili.
Amo noi.
Intanto però grazie. Ci siamo seduti ad una scrivania a registrare a luglio, dopo due ore non avevamo ancora cavato un ragno dal buco e siamo corsi a vedere Barbie (e non è un meme). Col tempo ci siamo sciolti, abbiamo cambiato diversi format fino a sentirci a nostro agio, e ad oggi registrare un podcast ci sembra una cosa perfettamente realizzabile. La soddisfazione è anche riconoscere i passi in avanti nel momento in cui avvengono.
A costo di essere ripetitivi: Buone Intenzioni è un progetto a cui non avremmo dato un soldo e che ci ha portato a fare cose che non avremmo mai immaginato: una newsletter con quasi 1500 iscritti, un podcast con una testata importante come L’Espresso, una maratona elettorale, qualche apparizione su palco e tanti ospiti che sono tra i nostri riferimenti in questo mestiere infame.
Avremmo potuto fare di meglio: essere più precisi, risolvere meglio qualche inconveniente tecnico, puntare molto di più sul marketing di questo progetto. Ma forse una parte di noi si diverte ancora a sprecare il talento come forma di protesta. E come darle torto.
Miglioreremo? Possibile. Di certo per il 2024, anno elettorale, rientra tra le nostre buone intenzioni.
Grazie a tutti, buon anno, e a presto.
Ciao!
Siete stati bravissimi nel tenerci informati con chiarezza e competenza e quel tanto di leggerezza da non annoiarci mai🤗 Grazie 😚 ed arrivederci a breve ❤️