Il Caivano
Il governo la butta in caciara sulla criminalità giovanile e cerca colpevoli sulla manovra.
Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e c’è una nuova puntata del podcast online, ragazzi.
Questa settimana parliamo di quel fenomeno che proviamo a ribattezzare come “instant law”: ovvero la tendenza di questo esecutivo, ormai evidente dopo un anno di governo, a legiferare sull’onda emotiva dei fatti di cronaca del momento. Finendo spesso per mancare totalmente il nocciolo della questione.
Questa volta è il turno del decreto Caivano, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, che tocca una serie infinita di punti: la potestà genitoriale, le carceri minorili, la lotta alle baby gang.
Un livore che a quanto pare non è reciproco.
Saltando però a pié pari - o quasi, come sottolineiamo nell’ultima parte - il tema della violenza di genere.
Decreti del genere spesso servono a nascondere qualcosa che non va, e anche questo caso non fa eccezione: la strada verso la legge di bilancio si fa sempre più in salita, e lo spazio di manovra non è assolutamente sufficiente ad esaudire le richieste dei partiti. Ecco perché in questa settimana il governo si è impegnato a fondo per trovare nuovi capri espiatori: identificandoli prima nel superbonus, su cui si è consumata una battaglia a suon di numeri totalmente fuori contesto.
Politica italiana sul Superbonus essere piace:
E poi nel commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, a cui viene imputato di non penalizzare abbastanza gli altri 26 paesi dell’Unione a cui deve rendere conto.
Infine, nell’ultima parte, parliamo anche della meravigliosa nuova uscita su Ustica di Giuliano Amato, che si muove su un confine sottilissimo tra la rivelazione dei complotti dello Stato profondo e i primi accenni di demenza senile.
E chiudiamo con alcune notizie sulle prossime tornate elettorali: un timido tentativo di cambiare la soglia di sbarramento per le Europee è morto sul nascere, mentre proprio alle Europee di giugno 2024 si candiderà Matteo Renzi con una lista nuova di zecca. Infine, Gabriel Omar Batistuta non sarà il candidato sindaco di Firenze per il centrosinistra perché non ha la cittadinanza italiana.
Chi ha una buona memoria storica e un buon senso dell’umorismo, probabilmente, lo sapeva già.
Potete trovare gli approfondimenti completi su questi temi all’interno della puntata del podcast, all’inizio di questa mail.
Noi ci sentiamo/leggiamo settimana prossima, con un episodio un po’ diverso dal solito: giovedì prossimo saremo ospiti al Poplar Festival di Trento, dove faremo una puntata live dedicata al meglio (o più probabilmente al peggio) di questo primo anno di legislatura.
Parlare di politica italiana in area relax è uno dei più grandi ossimori che riusciamo a immaginare.
Se i mezzi tecnologici ci assistono, la registreremo per poi pubblicarla nei giorni successivi. Potremmo mancare l’appuntamento del venerdì (speriamo di no), ma siamo abbastanza sicuri che ne varrà la pena.
Alla prossima, ciao!