Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e anche se ieri abbiamo citato molti dati che indicano correlazioni di vario tipo (e ne usciranno ancora e ancora nei prossimi giorni), vi invitiamo a prendere con le pinze molti dei grafici che vedrete nei prossimi giorni.
Oggi vi invitiamo a cercare perle tra le risposte ai tweet di Luigi Marattin, perché veramente ce ne sono tante.
Altra premessa: occhio, ma davvero occhio, ai titoli e in particolare ai virgolettati. La Stampa oggi in prima pagina attribuisce a Meloni un virgolettato, riportato a caratteri cubitali, che semplicemente è inventato. Tempo impiegato da Meloni per smentire questo tweet? Immaginiamo una ventina di minuti da quando ha letto il titolo, dopo la terza ampia colazione di questa settimana. Comunque, l’ha fatto alle 11:20.
Massimo Giannini che si infiltra nei call center per raccogliere virgolettati fantasiosi da attribuire a Giorgia Meloni.
Terza e ultima premessa: com’è normale che sia, in questi giorni c’è tanta voglia di giocare al totoministri. Non è un buon motivo per parlarne tutti i giorni.
Siccome a noi mancano pochi giorni di newsletter giornaliera ma non vogliamo privarci del gioco più divertente di inizio legislatura, il numero di domani sarà tutto totoministri.
Noi che raccogliamo le vostre quote per il Ministero della Propaga Cultura.
Per oggi espatriamo. Almeno per quanto riguarda gli argomenti della newsletter.
Iniziamo.
Le reazioni in Europa al risultato delle elezioni sono state molte e molto differenti tra loro. Ma prevedibili. Capi di governo di destra hanno esultato, esponenti politici non di destra non hanno esultato. Esempi ne avrete già visti a sufficienza: Viktor Orbàn e Mateusz Morawiecki hanno esultato, e persino Marine Le Pen (tra le due non scorre buon sangue) si è congratulata con Giorgia Meloni.

Vabbè, si è congratulata anche con Salvini che ha preso meno voti dell’ultima Lega bossiana, che neanche correva in tutta Italia.
Elizabeth Borne, prima ministra francese, ha espresso preoccupazioni dicendo che si “vigilerà sul rispetto dei diritti”. A mettere una toppa per preservare i rapporti già non troppo rosei tra Meloni è arrivato Emmanuel Macron, che ha sostenuto di “rispettare la decisione dell’Italia”.
È stato molto, molto più accomodante Volodomyr Zelensky, presidente ucraino e volto universalmente più noto dell’opposizione alla Russia di Vladimir Putin. Dopo una campagna passata a difendersi dalle accuse rivolte indiscriminatamente a tutta la destra di essere “amica di Putin” l’appoggio di Zelensky è un riconoscimento importante.
Un altro endorsement di peso, per ora, non arriva dalla politica ma dai mercati. Memori di quanto successo con l’ultimo governo di destra e soprattutto con le conseguenze sullo spread a ogni sospiro di Matteo Salvini durante il governo giallo verde, una reazione non catastrofica del mondo finanziario alla sua elezione può aiutare eccome.
Non rompiamo la promessa sul totoministri. Però ecco, se persino il Secolo d’Italia riporta scommesse che vedono un tipo particolare come Cesare Pozzi all’economia, forse questa luna di miele potrebbe non durare.
Ma l’endorsement più importante rivolto all’estero non arriva da un paese europeo. Anche se qualcuno potrebbe sostenere, con un pizzico di malizia, che arrivi proprio dall’Europa.
Secondo un retroscena pubblicato su Repubblica a cura di Tommaso Ciriaco, Mario Draghi si sarebbe ampiamente speso nell’intercessione per la prossima presidente del Consiglio.
L’attuale premier avrebbe posto tre condizioni a Giorgia Meloni: continuare ad appoggiare all’Ucraina anche tramite il rinnovo delle sanzioni alla Russia, l’adesione inscalfibile dell’Italia alla NATO e, soprattutto, non approvare un nuovo scostamento di bilancio “per non far esplodere il debito”.
Il governo che cerca di non far esplodere il debito raffigurato in un classico di Walt Disney.
Le ultime settimane di campagna elettorale avevano messo non poco in allarme i governi europei, e le esternazioni sul «dialogo anche con le nazioni dell’Est», oltre che del «bisogno di un riequilibrio rispetto all’asse franco-tedesco», scavavano in un solco abbastanza profondo. Comunque l’intervento di Draghi non sembra una sorpresa, anzi: pare che fosse in cantiere e che Meloni fosse in contatto col suo predecessore ormai da tempo, il che potrebbe persino spiegare le uscite temerarie della leader di Fratelli d’Italia. Negli ultimi tre giorni ci sarebbero stati almeno due colloqui telefonici.
«Ciao Giorgia, cosa stai facendo?»
Meloni non sembrerebbe quindi aver nessuna intenzione di essere una figura “di rottura” in Europa. Che la destra sia più forte e che i Conservatori e Riformisti vogliano corteggiare i Popolari in Europa non è un mistero, ed è noto che puntino a replicare la maggioranza con cui è stata eletta Roberta Metsola, presidente maltese del Parlamento europeo, già esponente di spicco del PPE. Come vi dicevamo tempo fa, i Conservatives and Reformists sono il gruppo che cresce di più, e ora sono la terza forza europea dopo Popolari e Socialisti&Democratici.
Insomma, colei che sta per guidare il nuovo governo italiano sembra aver ricevuto un nulla osta generalizzato nonostante l’allarme della stampa estera.
Nuthin’ But A “G” Thang, baby.
Ultime notizie prima di salutarvi.
A proposito di Conservatives, quelli britannici non nuotano in buone acque. La nuova prima ministra Liz Truss si sta inerpicando in una politica monetaria e fiscale parecchio regressiva. È stata definita kamikwaze, dal nome del nuovo ministro del Tesoro Kwasi Kwarteng. La sterlina sta crollando. Il premio nobel per l’economia e columnist del New York Times, l’americano Paul Krugman, ha riportato tra le ragioni del fallimento di questa politica il fatto di essere moronic. Che vuol dire più o meno “da cretini”.
Vedremo se la politica fiscale del prossimo governo italiano di Meloni, amica di Truss, seguirà i passi dei britannici.
Ieri ci sono state tre esplosioni nel mar Baltico che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e 2, il che ha fatto salire del 7% il prezzo del gas al TTF di Amsterdam, ora sopra i 200 euro al megawattora.
Questo disastro ambientale sembrerebbe sia stato causato da sabotaggi intenzionali.
Indovinate chi è il primo sospettato.
Per concludere, una notizia che domani sarà sulle homepage e sulle prime pagine delle più importanti testate internazionali. Sembrava non ce l’avesse fatta, e invece.
https://bit.ly/3xYnGeQ.
A domani!
Bravissimi,mi mancherete👏