Ciao!
Siamo Pietro e Simone,
e le interviste di Laura Pausini sono comunque meno avvincenti di quelle che rilasciano gli esponenti del PD.
Il vento sta cambiando signori, il vento sta cambiando.
Nel giorno in cui scopriamo che Bella Ciao è una canción muy politica davanti ai volti sgomenti di chi voleva semplicemente celebrare La Casa di Carta è successo un po’ di tutto: è morto Jean-Luc Godard, Elon Musk si ritrova davanti alla possibilità di comprare Twitter senza volerlo e la situazione in Ucraina continua a scaldarsi, dopo che nel fine settimana c’era stata la più importante riconquista di territorio da parte dell’esercito ucraino.
Ma al momento la politica ha altri grattacapi di cui occuparsi.
Iniziamo.
Mentre scriviamo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sta rispondendo alle domande della stampa a seguito del discorso sullo stato dell’Unione, appuntamento annuale di una certa importanza. La stragrande maggioranza del discorso è stato incentrato sul marmoreo supporto all’Ucraina, e diciamo che anche l’occhio voleva la sua parte.
Vi sfidiamo a pensare ad altro guardandola.
Ma non è oggi che stanno succedendo le cose importanti.
Ieri la Commissione ha stilato un documento di proposte per contrastare la crisi energetica, che rischia di essere particolarmente indigesto a parte degli Stati membri. Soprattutto perché prevede risparmi forzati di energia elettrica: si parla di un taglio del 5% nelle ore di punta e del 10% nell’arco di un mese. La destra italiana ha già affondato: il senatore responsabile per il programma di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari, ha definito “scandalosa” l’idea di ridurre i consumi, e l’immancabile leghista Claudio Borghi (tra le voci parlamentari più anti-euro in circolazione) sostiene che «i signori di Bruxelles ci stanno prendendo gusto a imporre».
Oggi c’è un’interessante intervista sul Corriere a Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno e ai servizi. Mentre spiega il provvedimento, a metà intervista arriva il piatto forte: il meccanismo che fissa il prezzo per il mercato dell’interconnessione dell’elettricità, stabilito nel 2013, andrebbe cambiato perché «è stato pensato prima della transizione verde e della guerra». Ne parleremo ancora.
Nella proposta si parla anche di una tassa al 33% sugli extraprofitti, tipologia di provvedimento già sperimentata dal governo guidato da Mario Draghi (anche se con qualche problema) con una quota al 25% e particolarmente sponsorizzata dalla sinistra europea.
A proposito del governo dimissionario: sembra che Draghi non abbia intenzione di essere lui ad approvare le misure di risparmio sull’elettricità.
In tutto ciò, il tetto al prezzo al gas potrebbe saltare. Se ne parlerà il 30 settembre, ma le premesse non sono le migliori. Si spera che per fine mese soprattutto un paese abbia deciso che pesci pigliare.
La persona più felice del mondo perché non si deve occupare di casini che ha causato in gran parte lei.
Dalla Russia in Europa non arrivava solo gas, com’è noto, ma anche denaro. Lo scandalo che coinvolse il leghista Savoini non ha ancora visto la fine del tunnel, e per chi è sospettato di avere legami un po’ troppo stretti con Vladimir Putin è arrivata una notiziaccia da Washington. Lunedì il segretario di Stato degli USA Anthony Blinken ha divulgato un documento a varie sue ambasciate e consolati, soprattutto in Europa, in cui dichiarava che la Russia aveva finanziato con 300 milioni di dollari partiti politici in giro per il mondo.
Il segretario della Lega ha subito messo le mani avanti.
Un uomo esausto.
Non si sa (ancora) nulla di soldi arrivati a partiti italiani, ma ovviamente i sospetti, dati i trascorsi, sono andati tutti verso chi con la Russia ha avuto rapporti, o più generalmente verso chi non ha dimostrato grande passione per la causa ucraina.
Non sorprendentemente alcuni partiti stanno cercando di prendere la palla al balzo, chiedendo che “si faccia chiarezza prima delle elezioni” su eventuali finanziamenti ricevuti da partiti italiani
È un’ipotesi piuttosto lontana, ma tanto Enrico Letta quanto Carlo Calenda sembrerebbero avere le idee chiare e danno per scontato che qualcosa di questo genere salterà fuori.
Intanto, Repubblica si sbilancia, e titola a pagina 2 un’intervista all’ex ambasciatore statunitense presso la NATO, Kurt Volker, in maniera piuttosto aggressiva: «Anche FdI ha ricevuto aiuto da Mosca come Lega e Forza Italia».
Date le posizioni piuttosto pesanti prese anche da esponenti di spicco di Fratelli d’Italia e dato il contenuto molto vago dell’intervista, oltre che le posizioni in Europa di Fratelli d’Italia che ormai conoscerete, vi invitiamo a prendere con le molle queste dichiarazioni. Dubitiamo che il primo a percorrere vie legali sulla faccenda sia Matteo Salvini.
Il sorridente saluto che accompagnerà la querela al direttore Maurizio Molinari.
A proposito di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha rilasciato un’intervista al Washington Post, che crediamo sia interessante per due motivi. Primo motivo: scherzando, Meloni dichiara che non vuole diventare presidente del Consiglio e che non ha mai fatto della politica un fatto personale (ci sarebbero svariati motivi per indicare il contrario). Secondo: ogni volta che si racconta di una Meloni moderata, basterebbe rileggere quanto dice in quest’intervista su genere, cristianità, sinistra, globalismo, politica europea.
Due non-notizie prima di salutarvi.
Si sta cercando di fare chiarezza su quanto accaduto il 25 luglio scorso a Primavalle: Hasib Omerovic, 36 anni e sordomuto, ha fatto un volo di 9 metri dalla finestra della sua casa ed è finito in coma, fortunatamente ora non più in pericolo di vita. Gli agenti di polizia che sono accusati di averlo lanciato di sotto dopo essersi introdotti in casa sua (alcuni in borghese) non avevano mandato di perquisizione, e si difendono sostenendo che Omerovic si sarebbe buttato da solo.
La pessima abitudine di buttarsi dalla finestra di chi si trova nella stessa stanza con due o più agenti della forza pubblica.
Intanto, Francesca Mannocchi sulla Stampa firma un lungo articolo, in cui descrive per filo e per segno come sta cambiando la geografia delle migrazioni nel Mediterraneo. Nel 2022 sono già morte o disperse in mare 1196 persone.
Il clima è disteso.
A domani!